Percorsi di lettura

Rosatellum: antefatto e status quo - di Sergio Bagnasco

 

 - Perché il Rosatellum

illustra il motivo per cui si è resa necessaria una nuova legge elettorale dopo il referendum del 2016 sulla riforma Boschi-Renzi

  - Come funziona il Rosatellum

spiega i meccanismi della vigente legge elettorale mettendo in risalto gli aspetti critici

  - Cosa succederebbe se si votasse con il Rosatellum

 illustra le conseguenze in termini di perdita di rappresentatività del Parlamento se si votasse nuovamente con il Rosatellum dopo il taglio dei parlamentari

  - Il mito della stabilità di governo

 spiega che anche il Rosatellum è figlio della pretesa ormai trentennale di inseguire la stabilità di governo attraverso la legge elettorale (è un punto cruciale perché questo assunto è stato in modo apodittico fatto proprio dalla Corte costituzionale ed è alla base dei ragionamenti poco convincenti sviluppati dalla Corte con le sentenze 1/2014 e 35/2017)

 

Come si è arrivati alla Corte Costituzionale, e le risultanze degli interventi giurisdizionali

- di Sergio Bagnasco


 - I ricorsi contro la legge elettorale

introduce il tema onnipresente da 15 anni che vede le diverse leggi elettorali al centro di una complessa vicenda giudiziaria (singolare che un tema squisitamente politico diventi un tema giudiziario; un unicum in tutto il mondo democratico)

 - Entra la Corte

il tema elettorale giunge finalmente al giudizio della Corte e si illustra il difficile rapporto tra la Corte e il Potere legislativo, con le conseguenze che ne derivano

 - Le Coalizioni 

 - La soglia di sbarramento 

 - Il Premio 

 - Il Ballottaggio 

 - La Preferenza 

 - Le candidature multiple

sono i diversi aspetti che emergono dalle sentenze della Corte; ogni aspetto è affrontato in modo unitario per dare il quadro della situazione in cui ci troviamo

 - Cosa resta dopo decenni di ricerca della stabilità attraverso la legge elettorale? 

sorta di conclusione: dopo un iperattivismo legislativo, sul piano politico siamo al punto di partenza, ma con una serie di paletti piantati dalla Corte che rendono oggi la vicenda elettorale molto più preoccupante di quanto lo fosse nel 1993. Oggi, siamo molto vicini a una nuova legge Acerbo, vale a dire a un nuovo suicidio del Parlamento come quello che rese possibile nel 1923 una svolta totalitaria nel rispetto formale delle garanzie statutarie.

 

 

 


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