Cosa succederebbe se si votasse adesso con l'attuale legge elettorale?

 

La riduzione dei parlamentari in combinazione con la vigente legge elettorale accentua la distorsione maggioritaria originaria del Rosatellum, comprimendo il pluralismo e la rappresentatività del Parlamento, massima espressione della sovranità popolare, in modo particolare al Senato.

Alle prossime elezioni andrebbero eletti 400 deputati e 200 senatori e con il sistema vigente avremmo che alla Camera del Deputati, tolti i deputati riservati alla circoscrizione estero (8) e tolto quello riservato alla Valle d’Aosta (1), rimarrebbero 391 deputati da distribuire tra uninominale e plurinominale nelle 27 circoscrizioni.

I deputati eletti nei collegi uninominali sarebbero 147; quelli eletti con il proporzionale 244.

La circoscrizione Piemonte 1, per esempio, avrebbe 15 deputati da eleggere; 9 con il proporzionale e 6 con il maggioritario.

Ne consegue che nel proporzionale la soglia naturale per avere un eletto sarebbe pari all’11,11%; sotto questa soglia occorre fare affidamento ai resti. Situazioni analoghe o peggiori si verificherebbero in tante altre circoscrizioni.

Al Senato, con 74 seggi uninominali su complessivi 200, la situazione sarebbe ancora più critica perché i seggi sono assegnati su base regionale e una regione come il Piemonte avrebbe solo 14 senatori da eleggere, di cui solo 9 con il proporzionale (soglia naturale 11,11%). 

Con questo sistema elettorale, la coalizione che in modo uniforme su tutto il territorio nazionale viaggia intorno al 40% può aggiudicarsi la maggioranza assoluta dei seggi e addirittura arrivare ben oltre il 60% dei seggi se i maggiori competitor non dovessero coalizzarsi.

Se si considera che nel nostro sistema chi ha la maggioranza assoluta del Parlamento controlla l'esecutivo, può esprimere il Presidente della Repubblica, può riscrivere i regolamenti parlamentari riducendo i già labili spazi concessi alle opposizioni, può esercitare un forte controllo sulla Corte Costituzionale, può modificare la Costituzione senza la certezza di un referendum confermativo, che in ogni caso non si tiene se la revisione è approvata dai 2/3 del Parlamento ... sono evidenti i rischi per la democrazia parlamentare e le garanzie costituzionali.

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