No al Premierato e all'Autonomia Differenziata!

La destra oggi al governo non ha capito (o finge di non capire) che una Democrazia si basa sulla completa separazione dei poteri, ognuno dei quali fa da contrappeso agli altri: legislativo (che emana le leggi), esecutivo (che amministra la cosa pubblica rispettandole), e giudiziario (che giudica se le leggi sono state rispettate). Quello che vuole è la supremazia di un unico potere di cui impadronirsi: l'esecutivo (perché gestisce il patrimonio della cosa pubblica) che domini il legislativo per farsi leggi su misura e possa imporre al giudiziario di cambiare le sue sentenze sgradite. Che sia, poi, un potere centrale o spezzettato in 20 staterelli regionali coordinati da uno stato quasi federale, poco le importa: l'importante è poter amministrare le risorse economiche locali e centrali per acquisire il consenso di un numero sufficiente di elettori.

FERMIAMO IL PREMIERATO!

La riforma costituzionale Meloni detta "premierato" si basa su due capisaldi:

  •  l'elezione diretta del capo del governo;
  •  una legge elettorale che garantisca "la maggioranza dei seggi in entrambe le Camere alle liste e ai candidati collegati al presidente del Consiglio", alla faccia delle sentenze della Corte Costituzionale ottenute da Felice Besostri contro "porcellum" e "italicum".

Contro la prima dobbiamo attendere l'approvazione definitiva della legge per raccogliere le firme per un referendum, ma contro la seconda possiamo agire già ADESSO!! Felice Besostri, prima di andarsene per sempre, ci ha lasciato quattro referendum per abrogare le parti incostituzionali della legge elettorale "rosatellum" oggi in vigore, che ricalca le precedenti.

Se i referendum di Besostri passeranno, il Comitato Promotore potrà impugnare le prossime leggi elettorali, se non rispettose dei referendum, direttamente alla Corte Costituzionale.

FIRMIAMOLI TUTTI! 

Sul sito "Referendum e iniziative popolari": https://pnri.firmereferendum.giustizia.it/ , 

nell'elenco in fondo, i referendum di Besostri sono i primi quattro. 

Accedete con lo SPID o la CIE, firmateli, e fateli firmare. Grazie.


FERMIAMO L'AUTONOMIA DIFFERENZIATA!

La Legge Calderoli per l'applicazione dell’autonomia differenziata  spaccherà l’Italia in tante piccole patrie, aumenterà i divari territoriali e peggiorerà le già insopportabili diseguaglianze sociali, a danno di tutti: non solo delle regioni del Sud, anche in quelle del Nord vi saranno riduzione di diritti e ostacoli all'economia. 


Sul sito "Referendum e iniziative popolari": https://pnri.firmereferendum.giustizia.it/ , 

nell'elenco in fondo,  il referendum Contro l'Autonomia Differenziata è il quinto. 

Accedete con lo SPID o la CIE, firmatelo, e fatelo firmare. Grazie.


https://www.iovoglioscegliere.it/

https://referendumautonomiadifferenziata.com/







Comunicato stampa della Presidente del Comitato Promotore dei Referendum Besostri

 AGI0514 3 POL 0 R01 /

L.elettorale: Trenta (Corera), segnali su criticita' democratica = (AGI) - Roma, 17 mag. -

"La decisione della Corte Europea dei Diritti Umani di dichiarare ammissibile, peraltro con una rapidita' inusuale, il ricorso promosso contro la legge elettorale italiana, e' un ulteriore conferma della criticita' democratica del 'Rosatellum'.

Dopo gli innumerevoli ricorsi, istanze, petizioni, promosse dal compianto Felice Besostri, insieme ad altri giuristi, nessuna delle quali ha ottenuto neanche un cenno di risposta dalle istituzioni, il Comitato referendario per la rappresentanza (Corera) ha depositato in Cassazione le firme per quattro quesiti referendari per modificare l'attuale legge elettorale al fine di consentire, nei limiti dello strumento referendario, di promuovere la vera partecipazione dei cittadini, riconsegnando loro la possibilita' di scegliere i propri rappresentanti.

La Corte di Strasburgo recepisce un motivo di ricorso che e' esattamente uno dei quesiti oggetto di richiesta di referendum, vale a dire l'abrogazione del voto congiunto obbligatorio tra collegio uninominale e collegio plurinominale.

Tale condizione di voto lede gravemente la liberta' di scelta dell'elettore e rende il voto diseguale. Infatti, il candidato eletto nel collegio uninominale rappresenta un regalo dato alla lista o coalizione di liste che nel collegio plurinominale prende piu' voti. Ci auguriamo che la sicurezza espressa da Palazzo Chigi in queste ore sulla 'infondatezza' del ricorso verra' smentita dal suo iter".

Lo afferma Elisabetta Trenta, presidente del Corera, che ha depositato in Cassazione quattro quesiti referendari contro il Rosatellum. Il Comitato, che vede la presenza di Giorgio Benvenuto come presidente d'onore, oltre a Sergio Bagnasco, Raffaele Bonanni, Vincenzo Palumbo, da qualche giorno ha ricevuto l'adesione anche di Marco Cappato.

(AGI)com/Ser 171627 MAG 24

Liliana Segre: ricordo di Besostri e forte e netta bocciatura del disegno di legge Casellati sull'elezione diretta del PdC

Ecco cosa ha detto la Senatrice Segre nell'udienza di oggi, 14 maggio 2024:


Foto tratta da La Repubblica

Signor Presidente, Care Colleghe, Cari Colleghi, continuo a ritenere che riformare la Costituzione non sia una vera necessità del nostro Paese. E le drastiche bocciature che gli elettori espressero nei referendum costituzionali del 2006 e del 2016 lasciano supporre che il mio convincimento non sia poi così singolare.

Continuo anche a ritenere che occorrerebbe impegnarsi per attuare la Costituzione esistente. E innanzitutto per rispettarla. Confesso, ad esempio, che mi stupisce che gli eletti dal popolo – di ogni colore – non reagiscano al sistematico e inveterato abuso della potestà legislativa da parte dei Governi, in casi che non hanno nulla di straordinariamente necessario e urgente.

Ed a maggior ragione mi colpisce il fatto che oggi, di fronte alla palese mortificazione del potere legislativo, si proponga invece di riformare la Carta per rafforzare il già debordante potere esecutivo.

In ogni caso, se proprio si vuole riformare, occorre farlo con estrema attenzione. Il legislatore che si fa costituente è chiamato a cimentarsi in un’impresa ardua: elevarsi, librarsi al di sopra di tutto ciò che – per usare le parole del Leopardi – “dall’ultimo orizzonte il guardo esclude”. Sollevarsi dunque idealmente tanto in alto da perdere di vista l’equilibrio politico dell’oggi, le convenienze, le discipline di partito, tutto ciò che sta nella realtà contingente, per tentare di scrutare quell’ “Infinito” nel quale devono collocarsi le Costituzioni. Solo da quest’altezza si potrà vedere come meglio garantire una convivenza libera e sicura ai cittadini di domani, anche in scenari ignoti e imprevedibili.

Dunque occorrono, non prove di forza o sperimentazioni temerarie, ma generosità, lungimiranza, grande cultura costituzionale e rispetto scrupoloso del principio di precauzione. Non dubito delle buone intenzioni dell’amica Elisabetta Casellati, alla quale posso solo esprimere gratitudine per la vicinanza che mi ha sempre dimostrato. Poiché però, a mio giudizio, il disegno di riforma costituzionale proposto dal governopresenta vari aspetti allarmanti, non posso e non voglio tacere.

Il tentativo di forzare un sistema di democrazia parlamentare introducendo l’elezione diretta del capo del governo, che è tipica dei sistemi presidenziali, comporta, a mio avviso, due rischi opposti.

Il primo è quello di produrre una stabilità fittizia, nella quale un presidente del consiglio cementato dall’elezione diretta deve convivere con un parlamento riottoso, in un clima di conflittualità istituzionale senza uscita. Il secondo è il rischio di produrre un’abnorme lesione della rappresentatività del parlamento, ove si pretenda di creare a qualunque costo una maggioranza al servizio del Presidente eletto, attraverso artifici maggioritari tali da stravolgere al di là di ogni ragionevolezza le libere scelte del corpo elettorale.

La proposta governativa è tale da non scongiurare il primo rischio (penso a coalizioni eterogenee messe insieme pur di prevalere) e da esporci con altissima probabilità al secondo. Infatti, l’inedito inserimento in Costituzione della prescrizione di una legge elettorale che deve tassativamente garantire, sempre, mediante un premio, una maggioranza dei seggi a sostegno del capo del governo, fa sì che nessuna legge ordinaria potrà mai prevedere una soglia minima al di sotto della quale il premio non venga assegnato.

Paradossalmente, con una simile previsione la legge Acerbo del 1923 sarebbe risultata incostituzionale perché troppo democratica, visto che l’attribuzione del premio non scattava qualora nessuno avesse raggiunto la soglia del 25%. Trattando questa materia è inevitabile ricordare l’Avvocato Felice Besostri, scomparso all’inizio di quest’anno, che fece della difesa del diritto degli elettori di poter votare secondo Costituzione la battaglia della vita. Per ben due volte la Corte Costituzionale gli ha dato ragione, cassando prima il Porcellum e poi l’Italicum perché lesivi del principio dell’uguaglianza del voto, scolpito nell’art. 48 della Costituzione. E dunque, mi chiedo, come è possibile perseverare nell’errore, creando per la terza volta una legge elettorale destinata a produrre quella stessa “illimitata compressione della rappresentatività dell’assemblea parlamentare” ?

Ulteriore motivo di allarme è provocato dal drastico declassamento che la riforma produce a danno del Presidente della Repubblica. Il Capo dello Stato infatti non solo viene privato di alcune fondamentali prerogative, ma sarebbe fatalmente costretto a guardare dal basso in alto un Presidente del Consiglio forte di una diretta investitura popolare.

E la preoccupazione aumenta per il fatto che anche la carica di Presidente della Repubblica può rientrare nel bottino che il partito o la coalizione che vince le elezioni politiche ottiene, in un colpo solo, grazie al premio di maggioranza.

Anzi, è addirittura verosimile che, in caso di scadenza del settennato posteriore alla competizione elettorale, le coalizioni possano essere indotte a presentare un ticket, con il n° 1 candidato a fare il capo del governo ed il n° 2 candidato a insediarsi al Quirinale, avendo la certezza matematica che – sia pure dopo il sesto scrutinio (stando all’emendamento del Sen. Borghi) – la maggioranza avrà i numeri per conquistare successivamente anche il Colle più alto. Ciò significa che il partito o la coalizione vincente – che come si è visto potrebbe essere espressione di una porzione anche assai ridotta dell’elettorato (nel caso in cui competessero tre o quattro coalizioni, come è già avvenuto in un recente passato) – sarebbe in grado di conquistare in un unico appuntamento elettorale il Presidente del Consiglio e il governo, la maggioranza assoluta dei senatori e dei deputati, il Presidente della Repubblica e, di conseguenza, anche il controllo della Corte Costituzionale e degli altri organismi di garanzia. Il tutto sotto il dominio assoluto di un capo del governo dotato di fatto di un potere di vita e di morte sul Parlamento.

Nessun sistema presidenziale o semi-presidenziale consentirebbe una siffatta concentrazione del potere; anzi, l’autonomia del Parlamento in quei modelli è tutelata al massimo grado. Non è dunque possibile ravvisare nella deviazione dal programma elettorale della coalizione di governo – che proponeva il presidenzialismo – un gesto di buona volontà verso una più ampia condivisione. Al contrario, siamo di fronte ad uno stravolgimento ancora più profondo e che ci espone a pericoli ancora maggiori. Aggiungo che il motivo ispiratore di questa scelta avventurosa non è facilmente comprensibile, perché sia l’obiettivo di aumentare la stabilità dei governi sia quello di far eleggere direttamente l’esecutivo si potevano perseguire adottando strumenti e modelli ampiamente sperimentati nelle democrazie occidentali, che non ci esporrebbero a regressioni e squilibri paragonabili a quelli connessi al cosiddetto “premierato”. Non tutto può essere sacrificato in nome dello slogan “scegliete voi il capo del governo!” Anche le tribù della preistoria avevano un capo, ma solo le democrazie costituzionali hanno separazione dei poteri, controlli e bilanciamenti, cioè gli argini per evitare di ricadere in quelle autocrazie contro le quali tutte le Costituzioni sono nate.

I Quesiti referendari


I quattro quesiti sono contenuti in un unico documento PDF scaricabile da QUI.

I quesiti sono di difficile lettura; per facilitarvi, alleghiamo anche i testi delle leggi elettorali in vigore per Camera e Senato, con evidenziate in colore le parti che verrebbero eliminate con la vittoria del SÌ  in ognuno dei quattro referendum.

Per la CAMERA

Per il SENATO

 

Quesito nr. 1

Abolizione del voto congiunto obbligatorio: consente di eleggere direttamente i candidati nei collegi uninominali che, quindi, non sarebbero imposti dalle segreterie di partito; oggi, infatti, il candidato uninominale è eletto grazie ai voti dati alle liste collegate. Inoltre, si abolisce la ripartizione sulle liste plurinominali del voto dato al solo candidato uninominale e viceversa. Oggi, il voto non è libero, non è diretto e non è uguale.

https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2024-04-24&atto.codiceRedazionale=24A02178&elenco30giorni=false

Quesito nr. 2

Abolizione delle soglie di sbarramento: per ridurre la dispersione di voti e garantire maggiore pluralismo; alle ultime elezioni, circa 4 milioni di voti validi non hanno partecipato alla ripartizione dei seggi.

https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2024-04-24&atto.codiceRedazionale=24A02179&elenco30giorni=false

Quesito nr. 3

Abolizione di ogni privilegio nella raccolta delle firme per la presentazione dei candidati: tutte le liste saranno alla partenza in condizione di parità nella competizione elettorale; l'ingiusto privilegio concesso sinora ai partiti già presenti in Parlamento mette in condizioni di svantaggio chi vorrebbe entrare in Parlamento.

https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2024-04-24&atto.codiceRedazionale=24A02180&elenco30giorni=false

Quesito nr. 4

Abolizione delle pluricandidature: riduce il potere degli apparati di partito nel predeterminare la composizione del Parlamento e favorisce la presentazione di candidati che siano espressione del proprio collegio naturale.

https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2024-04-24&atto.codiceRedazionale=24A02181&elenco30giorni=false


Composizione del Comitato Promotore del Referendum

 COMUNICATO STAMPA

COSTITUITO IL COMITATO REFERENDARIO CONTRO IL ROSATELUM

Roma, 18 aprile 2024

Si è costituito il 17 aprile, presso lo Studio Notarile Fanfani-Pellegrino di Roma, il Comitato promotore del referendum per l’abrogazione parziale delle attuali leggi elettorali per la Camera e per il Senato, il cosiddetto Rosatellum.

Ne dà notizia l’ex senatore liberale Enzo Palumbo che, con Paolo Antonio Amadio e Sergio Bagnasco e in sinergia col compianto sen. Carlo Felice Besostri, ha curato la stesura dei quesiti referendari

Il comitato promotore è presieduto da Elisabetta Trenta, presidente d’onore è Giorgio Benvenuto, la vicepresidenza è affidata a Vincenzo Palumbo, Raffaele Bonanni, Sergio Bagnasco. La segreteria organizzativa è affidata a Riccardo Mastrolillo, Luigi Spanu e Thomas Agnoli. Il tesoriere è Pietro Morace.

Tra i numerosi componenti, Enzo Paolini, Marco Cappato, Nella Toscano, Paolo Antonio Amadio, Nicola Bono, Erminia Mazzoni, Mario Walter Mauro, Francesco Campanella, Mauro Vaiani, Matteo Emanuele Maino.

 

Martedì 23 aprile, alle ore 17:30, presso la sala stampa di Montecitorio, i promotori del referendum presenteranno agli organi d’informazione i quesiti referendari e la campagna per la raccolta delle firme.


L’ufficio Stampa del Comitato Referendario Per La Rappresentanza

Per info e contatti

info@iovoglioscegliere.it

3489044343

Si costituisce il Comitato referendario contro il "Rosatellum"


COMITATO REFERENDARIO PER LA RAPPRESENTANZA 

COMUNICATO STAMPA 


SI COSTITUISCE IL COMITATO REFERENDARIO CONTRO IL ROSATELLUM 

Roma, 17 aprile 2024

Si costituisce oggi, presso lo Studio Notarile Fanfani-Pellegrino di Roma, il Comitato promotore del referendum per l’abrogazione parziale delle attuali leggi elettorali per la Camera e per il Senato, il cosiddetto Rosatellum

Ne dà notizia l’ex senatore liberale Enzo Palumbo che, con Paolo Antonio Amadio e Sergio Bagnasco e in sinergia col compianto sen. Carlo Felice Besostri, ha curato la stesura dei quesiti referendari.

Martedì 23 aprile, alle ore 17:30, presso la sala stampa di Montecitorio, i promotori del referendum presenteranno agli organi d’informazione i quesiti referendari e la campagna per la raccolta delle firme. 


L’ufficio Stampa del Comitato Referendario Per La Rappresentanza

Perché OGGI un referendum sulla legge elettorale

Articolo in pdf scaricabile da QUI

Perché OGGI un referendum sulla legge elettorale

L’attuale legge elettorale, nota con il nomignolo Rosatellum, dal nome del suo ideatore, Ettore Rosato, è stata approvata nel 2017.

Il Parlamento che approvò il Rosatellum, con ben 8 voti di fiducia, fu l’ultimo dei tre parlamenti eletti con il cosiddetto Porcellum, che la Corte Costituzionale ha giudicato incostituzionale in più punti. 


Sin dal 2017 iniziarono i tentativi di ottenere un giudizio d’incostituzionalità sulla nuova legge elettorale.

Per un referendum abrogativo del “Rosatellum”

con preghiera di diffondere fra tutti e tutte coloro che potrebbero darci una mano


Qualunque sia l’esito della riforma costituzionale promossa dal governo Meloni (riforma che prevede l’elezione diretta del Presidente del Consiglio a cui sarebbe garantita la maggioranza assoluta del parlamento) è necessario che il prossimo parlamento sia eletto con una legge elettorale che non replichi gli aspetti incostituzionali presenti nella legge attuale.

Purtroppo, a causa dell'inerzia parlamentare, avere una nuova legge elettorale, conforme ai principi costituzionali, è possibile solo con referendum abrogativo.

Non resta, quindi, che utilizzare lo strumento del referendum abrogativo per cancellare dal "Rosatellum" gli elementi incostituzionali che impediscono l’esercizio di un voto libero, personale, diretto.

In questo modo,

  • nel caso la riforma costituzionale dovesse essere approvata definitivamente, si potranno mettere dei "paletti" per una nuova legge elettorale che non replichi gli attuali vizi d'incostituzionalità;

  • nell'auspicato caso che la riforma costituzionale sia respinta, ci garantiremmo la possibilità di non tornare a votare col Rosatellum.

I quesiti referendari sono ormai in dirittura d’arrivo e vogliamo che le firme siano raccolte entro l’estate affinché il referendum si possa svolgere entro la primavera 2025.

A tal fine, dobbiamo in breve tempo costituire tanti comitati locali per organizzare le necessarie attività.

Pertanto, invitiamo chiunque voglia collaborare a partecipare alla prossima delle riunioni che teniamo ogni lunedì alle 18:00, collegandosi al seguente link:


https://us06web.zoom.us/j/81868320780?pwd=kak3Pb8fdTgdon2BZpF8qyUiBsGLu5.1

ID riunione: 818 6832 0780
Codice d’accesso: CDC


Cortesemente, per ragioni tecniche, annunciate la vostra partecipazione.

Alleghiamo un breve documento politico che spiega le ragioni del referendum per modificare la vigente legge elettorale. Il documento si può scaricare in pdf da QUI.

Con l'augurio di poterne discutere presto insieme, inviamo i più cordiali saluti



Per la Rappresentanza <perlarappresentanza@gmail.com>

https://coordinamentoperlarappresentanza.blogspot.com/


Comitato per la rappresentanza e contro il rosatellum
in continuità e ricordo di Felice Carlo Besostri 

Un Referendum per cambiare la legge elettorale e restituire centralità e rappresentatività al Parlamento

Questo testo si può scaricare in pdf da QUI


Scelte politiche che arrivano da lontano sono ormai sfuggite di mano alle maggiori forze politiche parlamentari col risultato che la spasmodica ricerca della stabilità di governo ha condotto alla fine della rappresentatività del Parlamento e con essa è stata azzerata la democrazia rappresentativa.

Non possiamo restare inerti! Possiamo ancora fermarci e imboccare la via maestra, indicata dalla Costituzione nata dall’Antifascismo e dalla Resistenza, che impone il dovere inderogabile della solidarietà politica, economica e sociale, all’interno di una democrazia rappresentativa basata sulla centralità del Parlamento.


Dagli inizi degli anni novanta del secolo scorso il mondo politico ha scelto di sacrificare la rappresentatività del Parlamento per inseguire la cosiddetta “governabilità”. Il sacrificio della rappresentatività del Parlamento è giunto a un tale livello d’irragionevolezza da essere sanzionato dalla Corte costituzionale. L’attuale sistema elettorale, noto come rosatellum, replica aspetti d’incostituzionalità del famigerato porcellum! In breve, per riprendere le parole della Corte costituzionale (sentenza n.1/2014), alla totalità degli eletti manca il sostegno diretto degli elettori perché i partiti si sono sostituiti agli elettori nella scelta di coloro che dovrebbero rappresentare gli elettori.

Il ricordo di Felice Besostri della figlia Nathalie

 Questo saluto a Felice Besostri, mio padre, non può che iniziare con il ringraziamento a tutti i presenti oggi, oltre a coloro che hanno avuto la possibilità e la volontà di stargli accanto in queste ultime e difficili settimane: siete tutti parte del tessuto che ha costituito i suoi giorni, ed è bello pensare che in ciascuno vi sia una traccia del contatto con lui, sicché invece di morire, si moltiplica nella pluralità di punti di vista ed esperienze.

 


Felice Besostri è ancora con noi

Il 5 gennaio di quest’anno l’avvocato costituzionalista Felice Besostri ci ha lasciati. I suoi funerali (laici) si sono svolti sabato 13 gennaio, alle ore 14.45, presso le Onoranze Funebri TURATI, a Milano. 



E’ una perdita incolmabile. Grazie al suo tenace lavoro politico e giuridico, prima il famigerato "Porcellum", poi il pessimo “Italicum” arrivarono al giudizio della Corte Costituzionale ricevendo sonore bocciature.  Il suo contributo al lavoro del Coordinamento per la Democrazia Costituzionale è stato prezioso, partecipando a tutte le campagne, a cominciare da quella che portò alla vittoria nel referendum popolare del 2016 contro lo stravolgimento della Costituzione voluto da Renzi.