Tocca a noi cittadini agire per
riconquistare il nostro pieno diritto di voto.
15 anni di leggi elettorali incostituzionali alla ricerca della governabilità hanno trasferito la rappresentanza parlamentare dai cittadini ai partiti, con l’evidente risultato che ai cittadini è stato sottratto il pieno diritto di voto e che la Seconda Repubblica è più ingovernabile della Prima.
I partiti, che da lungo tempo non rappresentano il Paese reale, sono in completa crisi d’identità e privi di qualsiasi chiarezza d’intenti, quasi che siano essi stessi vittime dell’enorme e illegittimo potere che si sono attribuiti con le leggi elettorali incostituzionali, potere che in realtà è andato totalmente in mano alle loro segreterie.
Il Parlamento eletto nel 2018 è l’ultimo frutto della stagione delle leggi incostituzionali e i parlamentari che vi siedono sono quelli nominati dalle segreterie dei partiti.
Noi cittadini non possiamo accettare di essere costretti a tornare a votare con la legge con la quale sono stati eletti questo Parlamento e questi parlamentari, né possiamo accettare di andare a votare con la nuova legge in discussione al parlamento che, se non verrà radicalmente modificata, continuerà a privarci del nostro pieno diritto di voto. Eppure è alta la probabilità che ciò accada.
Il pieno diritto di voto non ci sarebbe negato se esistesse una disposizione del nostro ordinamento che assicuri noi cittadini, ben prima del voto, che la legge con la quale siamo chiamati a votare abbia la “garanzia di legittimità costituzionale”.
Questo però purtroppo non è previsto dal nostro ordinamento. Al contrario e paradossalmente il nostro ordinamento rende quasi impraticabile verificare la legittimità costituzionale della legge elettorale, dalla quale dipende l’esercizio della sovranità popolare.
Per di più abbiamo dovuto constatare che i partiti di governo, tradendo i patti e le promesse relative all’esito referendario di settembre 2020, invece di occuparsi prioritariamente di restituire il pieno diritto di voto a noi cittadini e la centralità al Parlamento con una nuova legge elettorale, intenderebbero procedere a ulteriori modifiche costituzionali orientate a rafforzare l’esecutivo.
Tocca allora ai noi cittadini agire per riconquistare il nostro pieno diritto di voto e ottenere di poter scegliere i nostri rappresentanti in Parlamento. Per farlo noi cittadini abbiamo una sola via legale e cioè quella di fare complicati ricorsi per arrivare alla Corte Costituzionale, unico organo della Repubblica titolato a decidere della legittimità costituzionale della legge elettorale.
Per questo il 5 gennaio 2021 abbiamo costituito il “Comitato per la rappresentanza parlamentare” e concordato l’impegno a sostenere le azioni legali coordinate dall’avvocato costituzionalista Felice Carlo Besostri: lo stesso che ha contribuito a far dichiarare incostituzionali le due leggi elettorali precedenti, note come Porcellum ed Italicum, proprio perchè non rispettavano il pieno diritto di voto dei cittadini.
Come stabilito dallo Statuto, il Comitato condivide il principio che la “garanzia di legittimità costituzionale della legge elettorale” sia indispensabile per assicurare la rappresentatività del parlamento e sostiene che:
“Qualsivoglia legge elettorale possa essere applicata a condizione che abbia preventivamente superato la verifica di costituzionalità da parte della Corte Costituzionale”. (*)
Il Comitato, costituito con il minimo possibile delle risorse e gestito in piena e certificata trasparenza, è aperto alla partecipazione attiva di cittadini e associazioni civiche e politiche che ne condividono obiettivo ed azione.
(*) è testualmente ciò che abbiamo chiesto ai nostri rappresentanti in Parlamento con la petizione del 15 ottobre 2020 assegnata alla commissione competente del Senato della Repubblica il 28 ottobre 2020 con il n° 693 e alla commissione competente della Camera dei deputati come integrazione della precedente petizione del 9 giugno 2020, in tema di “legge sulla rappresentanza”, assegnata il 21 luglio 2020 con il n. 544
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